Una pedalata per riace
580 chilometri percorsi per raggiungere Riace lungo strade secondarie che da Napoli portano nel profondo sud. Farlo con la bici verso la fine di febbraio non era granché allettante: l'inverno ancora nel pieno vigore e il freddo del periodo, piuttosto pungente, non invogliavano certo a farlo. Ma la finalità non lasciava dubbi.
L'iniziativa lanciata dal Manifesto
Avevo letto, sul giornale Il manifesto, della proposta di tre giovani donne romane di andare in bicicletta da Napoli a Riace, per sostenere la candidatura, di questo ormai celebre borgo della Calabria, al premio Nobel per la pace. Una proposta nobilissima, che risultava ancor più convincente perché nata dal basso, senza alcuna organizzazione alle spalle. Poi di questi tempi quale forza politica si espone a tal punto? Così l'entusiasmo e la determinazione hanno preso il sopravvento mettendo da parte ogni indugio.
Le bizzarrie del tempo, soprattutto a fine inverno, non possono e non devono rappresentare un ostacolo per un fine così alto. Farlo poi con la bici assumeva una valenza straordinaria. Questo mezzo meccanico, alimentato con l'energia metabolica, che ti permette di andare là dove i muscoli ti assecondano, è un autentico messaggero di pace. Se da un lato ti permette di attraversare i territori in modo discreto e rispettoso, quasi in sintonia con esso, dall'altro ti fa incontrare le persone, che meravigliate e sorprese ti accolgono, ti rifocillano, ti ospitano.
Un'avventura in otto tappe
Così siamo partiti da Napoli, dalla splendida piazza del Plebiscito, dopo un caloroso e incoraggiante saluto dell'assessora ai diritti di cittadinanza. È cominciata l'avventura che si è snodata in otto tappe. Lungo il percorso abbiamo attraversato qualche zona, incredibilmente, sommersa dalle auto, che invadono e asfissiano, altre con un degrado sociale che colpisce e lacera, ma soprattutto territori e paesaggi stupendi, dove l'incredulità per la nostra impresa si scioglieva in una calorosa accoglienza, che suscita stupore in chi si misura quotidianamente con freddezza e individualismo diffusi. E poi i sapori e il cibo, per cui meritano una menzione sia i carciofi arrostiti, lungo la strada, che la deliziosissima mozzarella di bufala nella zona di Capaccio. L'accoglienza ricevuta in terra di Calabria, al termine di ogni tappa, ha davvero dell'incredibile. Incontri con le varie associazioni locali, che hanno tratto linfa e conforto da questa iniziativa per il loro agire, pieno di difficoltà ma anche fatto all'insegna di una abnegazione e una determinatezza mirabili. Circostanze che hanno sperimentato una forte contaminazione e un reciproco sostegno.
Riace, tra entusiasmo e frustrazione
L'arrivo a Riace è stato particolarmente toccante. Un paese rinato, con spazi pubblici diffusi e godibili, con un patrimonio edilizio recuperato, con botteghe artigiane diffuse. Però con un altrettanto percepibile senso di frustrazione e di sconforto nelle persone per quanto di incredibile si è verificato. E tutto questo, purtroppo, induce a pensare a un potere giudiziario un po’ strabico.
L'incontro con il sindaco esiliato, Mimmo Lucano, è stato di una forte carica emotiva. Una persona semplice e straordinariamente umana, che si è adoperata con generosità, dedizione e disinteresse personale a fare del bene al proprio paese e alla varia umanità, dei cittadini del posto e dei migranti sopraggiunti, che ora si trova, suo malgrado, al centro di tanta attenzione.
Abbiamo portato anche noi la nostra solidarietà, con un'azione semplice e non ridondante, senza retorica. Convinti che è nella semplicità dei gesti e nella loro vera autenticità che risiede una carica di contaminazione e di coinvolgimento. Una pedalata per Riace premio Nobel per la pace valeva davvero la pena.
Salvatore D'Amelio, Empoli, 1 marzo 2019